Sostenibilità del latte: una questione articolata

Non bisogna soltanto valutare gli aspetti ambientali, ma anche quelli nutrizionali

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Per definire la sostenibilità di un prodotto occorre anche valutare le alternative disponibili per ottenere gli stessi benefici.

Non basta soffermarsi sull’impatto ambientale, ma bisogna indagare anche le ricadute sociali, economiche e di salute sulla popolazione. La sostenibilità non può ridursi esclusivamente all’impronta ecologica della produzione, ma deve considerare tutte le sfaccettature della questione. Ne sono convinti all’Università Cattolica del Sacro Cuore, dove una serie d’incontri e approfondimenti tra ricercatori e studiosi di varie discipline cerca di fare chiarezza sull’argomento.

«La sostenibilità è cosa complessa, se un alimento è sostituito da un altro che ha meno impatto ambientale, la scelta a favore di quest’ultimo è automatica. Ma ci sono zone grigie: un alimento può avere poco impatto ambientale, ma dare anche poco apporto nutrizionale», dice Andrea Poli, di Nutrition Foundation of Italy.

L’esempio del latte è perfetto: secondo alcuni dati, la sua produzione è responsabile del 2,7% delle emissioni totali di gas serra, ma è anche vero che presenta valori nutrizionali non facilmente sostituibili.

Praticamente impossibile rimpiazzarlo, anche con degli integratori: è sufficiente pensare che il suo consumo, secondo autorevoli ricerche, riduce del 9% la possibilità di un ictus cerebrale.

Tuttavia, anche se il latte è perfettamente integrabile in diete sostenibili, oggi il suo consumo è in calo. Come evidenzia Giovanni Pomella, vicepresidente Assolatte, il suo «consumo è al di sotto della media raccomandata dalle linee guida internazionali».

Questo anche perché, seguendo il ragionamento di Guendalina Graffigna (psicologa dei consumi della facoltà di Scienze Agrarie), i consumatori sono informati solo parzialmente: quando sentono parlare di sostenibilità si preoccupano soprattutto dell’impatto ambientale e di quello sugli animali, meno della provenienza, dell’equità del mercato e dei valori nutrizionali.

Sostenibilità e comunicazione vanno di pari passo.